Luisella Carretta e la sua
arte di piume…
“Sulla
cenere nera scrivo un messaggio perché si sappia che se qui siamo è
perché stiamo ancora cercando” …
Scrive Luisella Carretta in Islanda…
La
vasta e complessa esperienza artistica di Luisella Carretta, la si
potrebbe riassumere in una sola parola: viaggio,
intesa in tutti i suoi molteplici sensi e significati. Ma la sua
arte nomade è precisamente una via-
per un cammino di ricerca continua e incessante che fa spostare il
corpo, la mente, lo spirito e l’arte stessa verso un dove
ogni volta nuovo e originale: Un dove
situato nello spazio e/o un dove
situato nello spirito.
Ma
va precisato che il viaggio che coinvolge l’artista non è solo un
iter verso la propria identità che attraverso i paesaggi del mondo
scopre i propri paesaggi interiori e li arricchisce di una nuova
visione di sé stessa e del mondo… Non è solo una ricerca di
luoghi attraverso cui esperire una dimensione dello spirito che si
consustanzia nei luoghi stessi con tutto quello che vi è in essi di
meraviglioso o inquietante, la natura, gli animali , gli amici che
incontra, i silenzi che incontra.. Ciò che emerge dai suoi lavori è
una ricerca continua di un nuovo spazio-tempo che lei esprime
attraverso tutta quanta la sua arte e che coinvolge tutto quanto il
suo corpo d’artista… per esempio attraverso le performances…«il
corpo come segno in movimento- il corpo si muove ed emana messaggi
energie, Il movimento nasce dall’interno e si proietta verso lo
spazio.»
E’
un’Arte che evidenzia la ricerca di un dialogo costante tra le
proprie immagini interiori e la realtà del mondo la quale impregna
il sentire
di
Luisella
tanto intensamente da farsi essa stessa arte, senza alcun passaggio
intermedio di rappresentazione… penso per esempio a quei momenti
in cui l’artista Luisella tenta di catturare la verità del mondo
servendosi magari di una garza lunghissima che assorbe terre, sabbie,
acqua, vento, foglie… L’artista si serve di tutti gli strumenti
possibili per rivelare la bellezza, e il mistero del mondo e della
vita … Non abbiamo comunque a che fare con un’arte che
rappresenta, ma con un’arte che vive, che è colta nel suo farsi …
nel suo ritmo, come direbbe Henri Maldiney, che è poi lo stesso
ritmo dell’esistenza.
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Atlantide, Luisella Carretta |
Ma
cos’è questo viaggio di cui è intrisa l’arte di Luisella
Carretta?
Il
viaggio qui va inteso, secondo la mia analisi, soprattutto come
lancio, slancio di sé, come il proiettarsi verso spazi nuovi che
diventano per Luisella l’ambito entro cui inscrivere il proprio
viaggio di vita.
La
vita quindi, l’esistenza stessa, che in questi movimenti che
implicano lo spazio-tempo trova la sua ragione d’essere – di
ex-istere. L’uomo certo non potrebbe esser-ci se non avesse uno
spazio e un tempo, che lo collocassero in questo qui- ora.
L’esperienza
di quest’artista nomade è quindi a mio avviso un’esperienza
tutta dell’esistere- in cui l’essere apre davanti a sé una
possibilità nuova. La novità dei luoghi, l’avventura, la scoperta
di terre e persone diverse, diventano il ponte attraverso cui
Luisella apre una nuova possibilità dell’esistenza. Una
possibilità che non si possibilizza mai, ma che resta come sguardo
aperto sul varco dell’avvenimento-mondo e natura .. e solo in
questo varco, in questo passaggio – poros – che resta sempre
provvisorio- senza mai trovare un territorio esteriore o interiore
che l’acquieti o che possa rinchiudere permanentemente tra i suoi
limiti questo spirito libero. La permanenza, la fissità, la
sclerotizzazione del movimento in sé o fuori di sé nello spazio,
sarebbe fatale per quest’artista, che per esser-ci e per esprimere
questa sua identità tutta nomade, ha la necessità di aprire il sé
verso il nuovo. Il nuovo che è possibile solo dopo il passaggio
attraverso il vuoto dell’ignoto. Lo spazio e il tempo sono captati
solo grazie a questo movimento incessante verso un dove
di
cui l’artista non ne sa nulla a priori, nulla ne sa, prima di
aver sentito
con
tutto il suo corpo
che si sposta sulla geografia del mondo...come
lei stessa dice. L’iscrizione della propria identità di donna e
d’artista è possibile solo attraverso questa comunicazione
fondante del sé che passa necessariamente attraverso i luoghi, le
persone, gli animali e tutta la natura del mondo …. E questa
comunicazione che fonda il sé è possibile solo in questo passaggio,
in cui tutto è in divenire, tutto è in un fluido cangiante che
cambia sé stessi con
il mondo che si incontra. La vita è possibile solo in questa
corrente di trasformazione che porta Luisella da un luogo all’altro,
fuori da sé e tornando a sé, dentro di sé, secondo un’analisi
Heideggheriana .. che vede il ritorno a sé come ritorno alla
possibilizzazione dell’esistenza che dopo essersi lanciata in un
progetto- in un proiettarsi verso un là
impossibile ancora a definirsi .. torna a sé per fondarsi nel
reale.... attraverso l’arte la quale è ancora un altro
viaggio...«l’arte
è una via
», come dice Paul Klee, arte che non trova mai una forma definita,
o meglio la sua forma diventa la ricerca di una forma, il non
definito, il non fisso..il mutevole, il cangiante, la forma nel suo
perenne formarsi..
Non
c’è un luogo da raggiungere, né un luogo dove tornare… Perché
il punto di partenza anch’esso non rimane più lo stesso,
anch’esso viene trasformato--- poichè il ritorno è innanzitutto
il ritorno a un altro di sé, che reca le stigmate del proprio
viaggio interiore, e che di sé lascia all’esterno un’orma
differente, uno sguardo rinnovato.. una capacità di comunicazione
più schietta e autentica… faticosamente conquistata… Va inoltre
considerato, che il luogo di origine viene trasformato dal tempo
stesso, da quel tempo che lì non si è vissuto e che inesorabile
trasforma sempre ogni cosa, sia che ci siamo e sia che noi non ci
siamo … Da qui deriva la condizione di esule dell’artista…cioè
senza suolo, come ritenevano i latini.
Infatti,
nell’arte di Luisella Carretta non è rilevante tanto lo spazio
geografico, delimitato da coordinate spaziali, ma quello spazio e
quel tempo coinvolti nel ritmo, come spiega il filosofo Henri
Maldiney, in cui vi è una fluidità in movimento, in cui sono
coinvolti reciprocamente e simultaneamente sia l’essere che lo
spazio-tempo… In questa fluidità e di questa fluidità è fatta
l’arte di Luisella Carretta.
Anche
la spiegazione dei suoi momenti di trance è forse da ricercare in
questa fluidità, in questo magma delle cose tutte, in cui neppure
l’essere è fisso, proprio perché immerso in questa corrente del
divenire delle cose stesse.. su un treno, per esempio…lo spazio
appare in movimento e il tempo è quello dello spazio in movimento…
Se per assurdo vivessimo tutta la vita su un treno in corsa, anche le
coordinate spazio/temporali avrebbero un altro senso, e forse
vivremmo in un perenne stato di vertigine dei luoghi che
attraversiamo.
Per
essere, per ex-istere, è necessario stare sempre al
varco
della
possibilità… aperti noi stessi in questa apertura… che rende
possibile la comunicazione fra noi e il mondo e quindi l’esistenza..
si tratta di un’apertura verso l’ignoto, l’estraneo da sé e
l’estraneo di sé… è varco verso ciò che ancora non è, che è
in divenire… che è forza cosmica nel ritmo dell’attuazione
dell’esistenza … Nel varco c’è il magma in cui la vita si
prepara allo slancio…c’è il turbinio del tempo e delle cose
tutte, e trovarsi in quel vortice, consente spesso all’artista di
avere una potente intuizione del mondo e spesso una premonizione
addirittura, dei fatti della natura e della vita… perché l’artista
si trova nella corrente cosmica in cui gli eventi sono nel grembo
dell’universo.. pronti a divenire… e l’artista è in
comunicazione dentro questo tipo di energia ed è avvezzo a sentire
questo linguaggio delle forze della natura in continuo movimento e ce
lo trasmette ogni volta attraverso la sua arte, che utilizza ogni
forma possibile per comunicare tutto questo… Scrive a tal proposito
Luisella -
«troppe
barriere ci dividono dall’energia del mondo»
La
vita è energia – ritmo. E la si coglie appieno proprio nel varco
in cui essa si possibilizza, nello slancio…
Se
dovessimo indicare il percorso dell’esistenza con un disegno…
disegneremmo la traiettoria di una freccia, non l’arciere, non
l’arco, non il bersaglio, ma il percorso nel suo compiersi,
perché è in quella traiettoria che c’è il ritmo vitale…
traiettoria che non ha spazio né tempo fisso, perché è un
divenire… solo dopo che la freccia ha percorso il suo tragitto,
potremo riuscire a iscriverne il percorso..
Va
ricordato il punto di partenza della ricerca di Luisella Carretta…
Lo studio del volo degli uccelli…
Da
numerosi schizzi e disegni possiamo indovinare l’espressione dello
sguardo di Luisella Carretta, uno sguardo che segue i voli
tracciando i sentieri azzurri degli uccelli … liberi di andare in
quell’unico cielo del mondo… in uno spazio che non ammette
confini e in un tempo che è quello naturale del ritmo
dell’esistenza... un battito d’ali… uno dopo l’altro… per
ex- istere… per andare… perchè il vivere stesso è un
andare verso…
Scrive
Luisella -
«Ripenso
al volo – il suo essere padrone di ogni mio pensiero…»
Luisella Carretta e Comasia Aquaro
La
scrittura di Luisella Carretta
E’
interessante notare che l’opera letteraria di quest’artista può
essere letta, interpretata e vista in vari modi… La sua infatti,
è anche una scrittura
fortemente visiva,
fatta di colori, sfumature, ma anche di linee, di crepe, di buchi,
squarci, tagli …«La
scrittura…- dice
Luisella stessa in un suo diario d’Irlanda- come
possibilità creativa nelle situazioni limite.. perché non hai
spazio, né forza per osare il segno o la pittura… con le mani
gelate…»
Scrittura
poetica «rischi
ad ogni passo di sprofondare nel ventre della terra»..sono
suoi versi
Scrittura
che sembra una partitura musicale
ci sembra infatti di sentire leggendo i suoi testi, il suono del
vento, delle cattedrali silenti, degli alberi, delle acque, della
neve, degli animali notturni, delle bestie in agguato, delle cucine
da campo, il suono del silenzio che lei dice – «arriva
come una
memoria lontana»…e
che a volte “è
totale e inquietante”
e il suono dei voli degli innumerevoli uccelli che popolano la sua
scrittura e tutta quanta la sua arte di piume. Scrive Luisella “Il
rumore della terra che parla oltre fessure e cavità”..
Scrittura
che parla del magico, del
potere, dell’energia, contenuta nel mondo… e noi sappiamo come il
nostro vivere quotidiano ci abbia così tanto alienato da aver perso
questa capacità di sentire il mondo che per alcuni popoli per
fortuna è ancora vitale, dice Luisella “troppe
barriere ci dividono dall’energia del mondo” .
Scrittura
pedagogica
Che
insegna a vivere.. Lei scrive infatti:
“abbandonare
il quotidiano.
Lasciarsi
attraversare dal luogo.
Porgere
all’altro la parte migliore di noi stessi:”
Scrittura
che insegna a riflettere sulla vita e sul significato del Tempo …
scrive Luisella … «..
che si ha di solito un cattivo rapporto col tempo, che bisogna
imparare ad attendere.. conoscere i propri limiti. Non puoi cambiare
il corso delle cose. Gli accadimenti avvengono anche senza di te. Non
puoi fermarli.»
Scrittura
di solitudine
Che
permette un percorso verso la verità “La
solitudine rivela le ferite della terra e del cuore” scrive
Luisella in Dove le
pietre volano
Scrittura
tutta interiore in
cui l’uomo si rivela a sé stesso attraverso un dialogo
natura/uomo che definisce un rapporto costante insito nel qui/ora/io
sono/. Che trova nei paesaggi del mondo le linee armoniche entro cui
vedere il sé … i percorsi esteriori sono interiori e viceversa….
In un perenne dialogo con sé stesso e col mondo … dove il respiro
della natura è il soffio della sua personale intima ricerca:
“sulla
cenere nera scrivo un messaggio perché si sappia che se qui siamo è
perché stiamo ancora cercando” …
Maggio
2008 Comasia
Aquaro
Bibliografia:
MALDINEY H.,
Art et existence, Klincksieck,
Langres 2003.
MALDINEY H.,
Della transpassibilità, a
cura di Federico Leoni, Mimesis, Milano 2004.
MALDINEY H., L’art,
l’éclair de l’être, Éditions Comp’Act, Chambéry
2003.
HEIDEGGER M.,
Essere e tempo, a
cura di Franco Volpi, traduzione di Pietro Chiodi, Longanesi, Milano
2005.
HEIDEGGER M.,
Seminari, a
cura di Franco Volpi, Traduzione di Massimo Botola, Adelphi Edizioni,
Milano 1992.
BACHELARD G.,
Psicanalisi delle acque. Purificazione,
morte e rinascita, traduzione di Anna
Chiara Peduzzi e Mariella Citterio, Red Edizioni, Como 1992.