Che moltiplichiamo il principio.
Che dietro gli alfabeti facciamo silenzio
per le cellule e i corpi. Che cerchiamo
il fonema della pelle per svincolarci
dalla solitudine. Che chi ascolta sia
ampio.
Che sia ampiezza la tua vicinanza.
*****
Che facciamo ampiezza stringendoci le mani
nel vento che sveste in questa stagione.
Che il pudore sia un brutto ricordo.
Che anche l’intimità cresca altrove.
Che l’elettricità sia senza interruttori.
Che celebriamo il passo con la foglia
e la foglia con il passo
per questo fresco sguardo.
*****
Rendimi periferia.
Rendimi nascondiglio illuminato
dal sole. Rendimi vicina al confine,
vicina al taglio. Rendimi minoranza
dove la luce si fa maggiore.
Rendimi minore come un fiore
a lato, quel lato che splende
piu di ogni centro. Rendimi piccola
superficie che quasi scompare
nell’orrore di ogni sentimento.
Rendimi sottile come lama,
assottigliata da ciò che provo.
*****
La mia anarchia intima,
segreta, marginale. La mia
periferia nel centro, nel fondo di me.
Ti guardo con le mie case popolari,
i miei popoli scomparsi, con le vie
d’estinzione che mi compongono
e scompongono. Ignoto
è la parola d’ordine, è rischio.
Togliere la proprietà privata
dalle parole, occuparle, accarezzarle
come onde gravitazionali e
stropicciarle, scoperchiarle,
non metterle in nessuna teca
di vetro, in nessuna campana.
*****
*****
inizia quando ti concedi il cielo
o il rumore di una foglia, quando l’alba
è alle sette del pomeriggio
e il mondo non si è ancora rovesciato,
quando provi a vedere il rovescio
di te stesso e scopri che non è il lato B
ma il lato Z, quando il tuo poliedro
ha tanti lati, tanti spigoli,
che sorprendono l’alfabeto e l’aritmetica.
Quando la conta dei numeri è troppo poco
e non ti addormenti numerando le pecore,
quando si danno numeri agli uomini
e degli uomini si fanno numeri
ma tu non ci credi
a questa grossolana traduzione
della carne in un codice fiscale.
![]() |
Spirale di fico, Fotografia di Chiara Amato |
La parola é ancora
alba.
La parola muore ed
è ancora alba.
Resti solo, senza
significati, nel giorno
che impazza alle
mani avide
più idiota degli
idioti, più beatamente
idiota delle
idiote logiche degli uomini.
Poi ritorna,
ritorna come fosse nuovo,
l’alfabeto alla
fine del canto.
*****
*****
*****
Terra
inospitale a parte gli ulivi
e
gli ammassi di pietra abbandonati.
Con
la mia attesa ricucio le piaghe
a
filo di luce. Brucia il campo
sotto
il sole, si ricerca un rifugio
per
oziare, un’ombra
dove
nascondere il volto, un velo.
Dalla
fessura controllo il vicino
e
non lo vedo.*****
E cessiamo di essere monadi
e ci troviamo
mondo, plurale sintonia
di singolari
moltitudini. Infine
ci dissolveremo in
quella grande
bandiera bianca
che spesso
chiamiamo luce.
C’e un attimo in cui stiamo per fare
ma non facciamo
ancora,
vorremmo sapere ma
non sappiamo.
Quello è il luogo
della nascita.
Poi la tua
decisione, la tua legge
cessa di vedermi e
io posso fare lo stesso
con te, ma
indugio, e il vento scatena temporali,
la tenda sbatte
forte sulla finestra.
Ecco il confine,
dove noi siamo insieme.
*****
Sono una guerra infinita
piena di sangue
e strazi per ogni respiro.
C’è un centro di accoglienza
per il vento profugo.
Straniere vengono e disperse
particelle d’aria per trachee strette
fino ai polmoni. C’è un corpo
largo dove la vita bombarda.
E infine guardo tutto
come fosse leggerezza e riso.
*****
É l’esilio la nostra grande risorsa,
il non avere
appigli.
È cercare un
segnale e non vedere
che segnali
lampanti e persi
siamo noi. Questa è
una terra
senza soggetti, di
sole vesti e stracci.
Questo è il nostro
esilio che canta.
Nessun altro si fa
canto nella gola.
“Questo è il mio
Nome, il mio corpo,
e nel mio Nome
disperdetevi con gioia.”
nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce.
Tra le sue
esperienze piu importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato
con Astragali Teatro” (2005) e “Asfalto Teatro”(2006/2012). La passione per il canto l’ha portata a seguire
inizialmente lezioni private e, attualmente, le lezioni della “World Music
Academy” di San Vito dei Normanni, con il maestro Fabrizio Piepoli. Ha
seguito il laboratorio poetico “Trasmissione orale della poesia e uso del microfono” tenuto da Mariangela Gualtieri (2013) e, nel 2016, il “Ritiro Poetico”della casa editrice Samuele Editore.
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Claudia Di Palma |