giovedì 28 gennaio 2016

Luisella Carretta e la sua arte di piume…

Luisella Carretta e la sua arte di piume…

Sulla cenere nera scrivo un messaggio perché si sappia che se qui siamo è perché stiamo ancora cercando” … Scrive Luisella Carretta in Islanda…
La vasta e complessa esperienza artistica di Luisella Carretta, la si potrebbe riassumere in una sola parola: viaggio, intesa in tutti i suoi molteplici sensi e significati. Ma la sua arte nomade è precisamente una via- per un cammino di ricerca continua e incessante che fa spostare il corpo, la mente, lo spirito e l’arte stessa verso un dove ogni volta nuovo e originale: Un dove situato nello spazio e/o un dove situato nello spirito.
Ma va precisato che il viaggio che coinvolge l’artista non è solo un iter verso la propria identità che attraverso i paesaggi del mondo scopre i propri paesaggi interiori e li arricchisce di una nuova visione di sé stessa e del mondo… Non è solo una ricerca di luoghi attraverso cui esperire una dimensione dello spirito che si consustanzia nei luoghi stessi con tutto quello che vi è in essi di meraviglioso o inquietante, la natura, gli animali , gli amici che incontra, i silenzi che incontra.. Ciò che emerge dai suoi lavori è una ricerca continua di un nuovo spazio-tempo che lei esprime attraverso tutta quanta la sua arte e che coinvolge tutto quanto il suo corpo d’artista… per esempio attraverso le performances…«il corpo come segno in movimento- il corpo si muove ed emana messaggi energie, Il movimento nasce dall’interno e si proietta verso lo spazio.»
E’ un’Arte che evidenzia la ricerca di un dialogo costante tra le proprie immagini interiori e la realtà del mondo la quale impregna il sentire di Luisella tanto intensamente da farsi essa stessa arte, senza alcun passaggio intermedio di rappresentazione… penso per esempio a quei momenti in cui l’artista Luisella tenta di catturare la verità del mondo servendosi magari di una garza lunghissima che assorbe terre, sabbie, acqua, vento, foglie… L’artista si serve di tutti gli strumenti possibili per rivelare la bellezza, e il mistero del mondo e della vita … Non abbiamo comunque a che fare con un’arte che rappresenta, ma con un’arte che vive, che è colta nel suo farsi … nel suo ritmo, come direbbe Henri Maldiney, che è poi lo stesso ritmo dell’esistenza.

Atlantide, Luisella Carretta

                                                          



Ma cos’è questo viaggio di cui è intrisa l’arte di Luisella Carretta?
Il viaggio qui va inteso, secondo la mia analisi, soprattutto come lancio, slancio di sé, come il proiettarsi verso spazi nuovi che diventano per Luisella l’ambito entro cui inscrivere il proprio viaggio di vita.
La vita quindi, l’esistenza stessa, che in questi movimenti che implicano lo spazio-tempo trova la sua ragione d’essere – di ex-istere. L’uomo certo non potrebbe esser-ci se non avesse uno spazio e un tempo, che lo collocassero in questo qui- ora.
L’esperienza di quest’artista nomade è quindi a mio avviso un’esperienza tutta dell’esistere- in cui l’essere apre davanti a sé una possibilità nuova. La novità dei luoghi, l’avventura, la scoperta di terre e persone diverse, diventano il ponte attraverso cui Luisella apre una nuova possibilità dell’esistenza. Una possibilità che non si possibilizza mai, ma che resta come sguardo aperto sul varco dell’avvenimento-mondo e natura .. e solo in questo varco, in questo passaggio – poros – che resta sempre provvisorio- senza mai trovare un territorio esteriore o interiore che l’acquieti o che possa rinchiudere permanentemente tra i suoi limiti questo spirito libero. La permanenza, la fissità, la sclerotizzazione del movimento in sé o fuori di sé nello spazio, sarebbe fatale per quest’artista, che per esser-ci e per esprimere questa sua identità tutta nomade, ha la necessità di aprire il sé verso il nuovo. Il nuovo che è possibile solo dopo il passaggio attraverso il vuoto dell’ignoto. Lo spazio e il tempo sono captati solo grazie a questo movimento incessante verso un dove di cui l’artista non ne sa nulla a priori, nulla ne sa, prima di aver sentito con tutto il suo corpo che si sposta sulla geografia del mondo...come lei stessa dice. L’iscrizione della propria identità di donna e d’artista è possibile solo attraverso questa comunicazione fondante del sé che passa necessariamente attraverso i luoghi, le persone, gli animali e tutta la natura del mondo …. E questa comunicazione che fonda il sé è possibile solo in questo passaggio, in cui tutto è in divenire, tutto è in un fluido cangiante che cambia sé stessi con il mondo che si incontra. La vita è possibile solo in questa corrente di trasformazione che porta Luisella da un luogo all’altro, fuori da sé e tornando a sé, dentro di sé, secondo un’analisi Heideggheriana .. che vede il ritorno a sé come ritorno alla possibilizzazione dell’esistenza che dopo essersi lanciata in un progetto- in un proiettarsi verso un impossibile ancora a definirsi .. torna a sé per fondarsi nel reale.... attraverso l’arte la quale è ancora un altro viaggio...«l’arte è una via », come dice Paul Klee, arte che non trova mai una forma definita, o meglio la sua forma diventa la ricerca di una forma, il non definito, il non fisso..il mutevole, il cangiante, la forma nel suo perenne formarsi..
Non c’è un luogo da raggiungere, né un luogo dove tornare… Perché il punto di partenza anch’esso non rimane più lo stesso, anch’esso viene trasformato--- poichè il ritorno è innanzitutto il ritorno a un altro di sé, che reca le stigmate del proprio viaggio interiore, e che di sé lascia all’esterno un’orma differente, uno sguardo rinnovato.. una capacità di comunicazione più schietta e autentica… faticosamente conquistata… Va inoltre considerato, che il luogo di origine viene trasformato dal tempo stesso, da quel tempo che lì non si è vissuto e che inesorabile trasforma sempre ogni cosa, sia che ci siamo e sia che noi non ci siamo … Da qui deriva la condizione di esule dell’artista…cioè senza suolo, come ritenevano i latini.
Infatti, nell’arte di Luisella Carretta non è rilevante tanto lo spazio geografico, delimitato da coordinate spaziali, ma quello spazio e quel tempo coinvolti nel ritmo, come spiega il filosofo Henri Maldiney, in cui vi è una fluidità in movimento, in cui sono coinvolti reciprocamente e simultaneamente sia l’essere che lo spazio-tempo… In questa fluidità e di questa fluidità è fatta l’arte di Luisella Carretta.
Anche la spiegazione dei suoi momenti di trance è forse da ricercare in questa fluidità, in questo magma delle cose tutte, in cui neppure l’essere è fisso, proprio perché immerso in questa corrente del divenire delle cose stesse.. su un treno, per esempio…lo spazio appare in movimento e il tempo è quello dello spazio in movimento… Se per assurdo vivessimo tutta la vita su un treno in corsa, anche le coordinate spazio/temporali avrebbero un altro senso, e forse vivremmo in un perenne stato di vertigine dei luoghi che attraversiamo.
Per essere, per ex-istere, è necessario stare sempre al varco della possibilità… aperti noi stessi in questa apertura… che rende possibile la comunicazione fra noi e il mondo e quindi l’esistenza.. si tratta di un’apertura verso l’ignoto, l’estraneo da sé e l’estraneo di sé… è varco verso ciò che ancora non è, che è in divenire… che è forza cosmica nel ritmo dell’attuazione dell’esistenza … Nel varco c’è il magma in cui la vita si prepara allo slancio…c’è il turbinio del tempo e delle cose tutte, e trovarsi in quel vortice, consente spesso all’artista di avere una potente intuizione del mondo e spesso una premonizione addirittura, dei fatti della natura e della vita… perché l’artista si trova nella corrente cosmica in cui gli eventi sono nel grembo dell’universo.. pronti a divenire… e l’artista è in comunicazione dentro questo tipo di energia ed è avvezzo a sentire questo linguaggio delle forze della natura in continuo movimento e ce lo trasmette ogni volta attraverso la sua arte, che utilizza ogni forma possibile per comunicare tutto questo… Scrive a tal proposito Luisella -
«troppe barriere ci dividono dall’energia del mondo»
La vita è energia – ritmo. E la si coglie appieno proprio nel varco in cui essa si possibilizza, nello slancio…
Se dovessimo indicare il percorso dell’esistenza con un disegno… disegneremmo la traiettoria di una freccia, non l’arciere, non l’arco, non il bersaglio, ma il percorso nel suo compiersi, perché è in quella traiettoria che c’è il ritmo vitale… traiettoria che non ha spazio né tempo fisso, perché è un divenire… solo dopo che la freccia ha percorso il suo tragitto, potremo riuscire a iscriverne il percorso..

Va ricordato il punto di partenza della ricerca di Luisella Carretta… Lo studio del volo degli uccelli…
Da numerosi schizzi e disegni possiamo indovinare l’espressione dello sguardo di Luisella Carretta, uno sguardo che segue i voli tracciando i sentieri azzurri degli uccelli … liberi di andare in quell’unico cielo del mondo… in uno spazio che non ammette confini e in un tempo che è quello naturale del ritmo dell’esistenza... un battito d’ali… uno dopo l’altro… per ex- istere… per andare… perchè il vivere stesso è un andare verso…
Scrive Luisella -
«Ripenso al volo – il suo essere padrone di ogni mio pensiero…»

                                         Luisella Carretta e Comasia Aquaro


La scrittura di Luisella Carretta


E’ interessante notare che l’opera letteraria di quest’artista può essere letta, interpretata e vista in vari modi… La sua infatti, è anche una scrittura fortemente visiva, fatta di colori, sfumature, ma anche di linee, di crepe, di buchi, squarci, tagli …«La scrittura…- dice Luisella stessa in un suo diario d’Irlanda- come possibilità creativa nelle situazioni limite.. perché non hai spazio, né forza per osare il segno o la pittura… con le mani gelate…»
Scrittura poetica «rischi ad ogni passo di sprofondare nel ventre della terra»..sono suoi versi
Scrittura che sembra una partitura musicale ci sembra infatti di sentire leggendo i suoi testi, il suono del vento, delle cattedrali silenti, degli alberi, delle acque, della neve, degli animali notturni, delle bestie in agguato, delle cucine da campo, il suono del silenzio che lei dice – «arriva come una memoria lontana»…e che a volte “è totale e inquietante” e il suono dei voli degli innumerevoli uccelli che popolano la sua scrittura e tutta quanta la sua arte di piume. Scrive Luisella “Il rumore della terra che parla oltre fessure e cavità”..
Scrittura che parla del magico, del potere, dell’energia, contenuta nel mondo… e noi sappiamo come il nostro vivere quotidiano ci abbia così tanto alienato da aver perso questa capacità di sentire il mondo che per alcuni popoli per fortuna è ancora vitale, dice Luisella “troppe barriere ci dividono dall’energia del mondo” .
Scrittura pedagogica
Che insegna a vivere.. Lei scrive infatti:
abbandonare il quotidiano.
Lasciarsi attraversare dal luogo.
Porgere all’altro la parte migliore di noi stessi:”
Scrittura che insegna a riflettere sulla vita e sul significato del Tempo … scrive Luisella … «.. che si ha di solito un cattivo rapporto col tempo, che bisogna imparare ad attendere.. conoscere i propri limiti. Non puoi cambiare il corso delle cose. Gli accadimenti avvengono anche senza di te. Non puoi fermarli.»
Scrittura di solitudine
Che permette un percorso verso la verità “La solitudine rivela le ferite della terra e del cuore” scrive Luisella in Dove le pietre volano
Scrittura tutta interiore in cui l’uomo si rivela a sé stesso attraverso un dialogo natura/uomo che definisce un rapporto costante insito nel qui/ora/io sono/. Che trova nei paesaggi del mondo le linee armoniche entro cui vedere il sé … i percorsi esteriori sono interiori e viceversa…. In un perenne dialogo con sé stesso e col mondo … dove il respiro della natura è il soffio della sua personale intima ricerca:
sulla cenere nera scrivo un messaggio perché si sappia che se qui siamo è perché stiamo ancora cercando” …

Maggio 2008 Comasia Aquaro




Bibliografia:




MALDINEY H., Art et existence, Klincksieck, Langres 2003.

MALDINEY H., Della transpassibilità, a cura di Federico Leoni, Mimesis, Milano 2004.

MALDINEY H., L’art, l’éclair de l’être, Éditions Comp’Act, Chambéry 2003.

HEIDEGGER M., Essere e tempo, a cura di Franco Volpi, traduzione di Pietro Chiodi, Longanesi, Milano 2005.

HEIDEGGER M., Seminari, a cura di Franco Volpi, Traduzione di Massimo Botola, Adelphi Edizioni, Milano 1992.

BACHELARD G., Psicanalisi delle acque. Purificazione, morte e rinascita, traduzione di Anna Chiara Peduzzi e Mariella Citterio, Red Edizioni, Como 1992.


















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